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Perché l’urlo fa paura - Linear Apparecchi acustici
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Perché l’urlo fa paura

L’urlo umano costituisce uno dei segnali di comunicazione socialmente più importanti, dal punto di vista della sopravvivenza della specie. Eppure non ha ricevuto molta attenzione da parte della ricerca scientifica. Con l’obiettivo di studiare la specificità dell’urlo negli esseri umani, un gruppo di studiosi dell’Università di Ginevra ha condotto una serie di indagini psico-neurologiche al riguardo, pubblicando i risultati in un recente articolo, sulla rivista “Current Biology”.

Dall’analisi delle reazioni di alcuni gruppi di volontari, è risultato che l’urlo

non attiva solamente la corteccia uditiva di chi l’ascolta, ma anche l’amigdala, l’area cerebrale che elabora le emozioni più forti, tra cui la paura. La capacità comunicativa dell’urlo risiede nella grande differenza di tono (variazioni di 30-150 Hz), rispetto alla conversazione normale (4-5 Hz). Questa caratteristica viene chiamata dagli studiosi in inglese con la parola “roughness”, traducibile con “asprezza”: maggiore si presenta questo aspetto, maggiore efficacia avrà l’urlo. Luc Arnal, lo scienziato che ha guidato la ricerca, suggerisce nuove modalità di progettazione dei segnali di allarme: aggiungere asprezza a questi suoni può portare a migliorarne gli effetti.