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Dall’orangutan all’uomo: la voce si doppia - Linear Apparecchi acustici
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Dall’orangutan all’uomo: la voce si doppia

Alcuni scienziati del dipartimento di Psicologia dell’Università di Warwick,in Inghilterra, si sono concentrati sui comportamenti e le capacità di vocalizzazione degli oranghi di Sumatra e del Borneo, tra le specie a maggior rischio d’estinzione al mondo. I ricercatori hanno scoperto che gli orangutan, grandi scimmie molto vicine alla specie umana, hanno la capacità di produrre due suoni contemporaneamente con la voce e di utilizzare questa qualità in occasioni specifiche, come i combattimenti per i maschi e quando devono avvertire il gruppo di un pericolo per le femmine. Questa abilità è stata riscontrata in comunità diverse di orangutan e quindi è considerata dai ricercatori un carattere biologico e non appreso.

Le registrazioni dei Primati, che convalidano tale comportamento, confermano la loro somiglianza agli uomini, che sfruttano a fini artistici la capacità di emettere due suoni contemporaneamente. Questo avviene tramite una tecnica vocale utilizzata dai cantanti, ad esempio Demetrio Stratos con le sue diplofonie e triplofonie; nel genere musicale hip hop, il beatboxing consiste nell’imitare con la voce più strumenti musicali in contemporanea. 

In natura, gli uccelli hanno la capacità di produrre due suoni simultanei durante i loro canti, ma il loro apparato vocale è molto diverso da quello umano. Il fatto che siano capaci di farlo gli orangutan, invece, ha sorpreso gli studiosi: è probabile che in passato abbiamo sottovalutato le facoltà di queste scimmie; il loro ascolto potrebbe aiutarci a comprendere l’evoluzione della voce umana. “Forse – spiegano i ricercatori dell’Università di Warwick – il primo linguaggio assomigliava a qualcosa che suonava più come il beatboxing, prima che l’evoluzione organizzasse le esternazioni umane nella struttura consonante-vocale che conosciamo oggi”.