Get Social With Us
I serpenti non sono poi così sordi - Linear Apparecchi acustici
25132
post-template-default,single,single-post,postid-25132,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled,select-child-theme-ver-1.0.0,select-theme-ver-3.6,wpb-js-composer js-comp-ver-6.7.0,vc_responsive

I serpenti non sono poi così sordi

I serpenti non hanno notoriamente orecchie, cioè l’apparato uditivo esterno, ma hanno le ossa dell’apparato uditivo interno. Finora si è pensato che questo sistema fosse in grado di tradurre i suoni attraverso le vibrazioni che questi producono sul terreno. L’apparato uditivo dei serpenti è infatti collegato con un osso alla mascella. In questo modo percepiscono alcuni suoni, anche se l’udito non è considerato il loro senso più importante: in genere cercano le loro prede grazie all’olfatto e alla vista. Tuttavia la dottoressa Christina Zdenek, dell’Università australiana del Queensland, è convinta che sappiamo ancora troppo poco su questi animali e quindi ha condotto un esperimento sul loro udito che ha dato risultati sorprendenti. Contrariamente alla credenza popolare, i serpenti possono sentire e reagire non soltanto alle vibrazioni del terreno, ma in maniera significativa anche al suono aereo.

Nell’esperimento Zdenek, ricercatrice della School of Biological Sciences dell’Università del Queensland, in collaborazione con Damian Candusso della Queensland University of Technology, ha esposto a tre diverse frequenze sonore 19 serpenti allevati in cattività, uno alla volta, in una stanza insonorizzata, e ha osservato le loro reazioni. “Poiché i serpenti non hanno orecchie esterne, le persone in genere pensano che siano sordi e possano sentire vibrazioni soltanto attraverso il terreno e nei loro corpi”, ha detto Zdenek. “Ma la nostra ricerca, la prima del suo genere che utilizza serpenti non anestetizzati e che si muovono liberamente, ha scoperto che reagiscono alle onde sonore che viaggiano nell’aria e forse alle voci umane”. I serpenti coinvolti rappresentavano cinque famiglie di rettili. Dei tre suoni utilizzati per l’esperimento uno produceva anche vibrazioni del suolo, mentre gli altri due erano soltanto aerei. In questo modo è stato possibile testare entrambi i tipi di ‘udito’: udito tattile attraverso le squame del ventre dei serpenti e aereo attraverso il loro orecchio interno. La reazione ottenuta era legata alla famiglia dei rettili e si è quindi ritenuto che sia di origine genetica: il pitone woma, che può essere lungo fino a due metri e mezzo e non teme molti predatori, si è diretto verso la fonte del suono, mentre gli altri serpenti, come a esempio i taipan o le vipere della morte, hanno reagito più spesso allontanandosi, mostrando quindi una risposta difensiva e cauta. “I pitoni woma – ha spiegato Zdenek – sono grandi serpenti notturni con meno predatori rispetto alle specie più piccole e probabilmente non hanno bisogno di essere così prudenti, quindi tendevano ad avvicinarsi al suono. Ma i taipan potrebbero doversi preoccupare dei predatori, quindi i loro sensi sembrano essere molto più sensibili”. Secondo Zdenek i risultati della ricerca mettono in dubbio l’idea che i serpenti non possano sentire i suoni aerei, come a esempio quelli emessi dagli umani che parlano o urlano, e questo potrebbe portare a rivedere la teoria su come reagiscono ai rumori: “Il nostro studio mostra che il suono può essere una parte importante del loro repertorio sensoriale. I serpenti sono creature molto vulnerabili e timide che si nascondono per la maggior parte del tempo; abbiamo ancora molto da imparare su di loro”.